Nils Frahm si colloca nel gruppo di compositori contemporanei neoclassici che, come molti coetanei nordici (vedi Ólafur Arnalds) cerca la quadra tra moderno e classico nella ricerca timbrica basata su commistione di elettronica (rigorosamente analogica) e acustica classica (strumenti preparati o costruiti ad hoc). Il risultato è estremamente introspettivo e riflessivo, la costruzione armonica è essenziale, minimalista, tale da far convergere l’attenzione sulle atmosfere rese dal suono in sè piuttosto che sulla partitura.

Hammers compare in Spaces, album del 2013, ed è un pezzo di piano solo consistente in un ostinato spacca-dita che con minime variazioni esplicita l’armonia portante, sempre molto semplice. Che ci vogliamo vedere? Steve Reich? Probabile.