Abbiamo varcato le porte del secondo millennio con la formazione Fripp-Belew-Mastelotto-Gunn e il sound non potrebbe essere più distante da quello dei primi anni di attività, i King Crimson ormai potrebbero anche cambiare nome. Molta tecnologia, batterie elettroniche e suoni cupi, mi chiedo se li sto ascoltando solo perché c’è Fripp.

Happy With What You Have To Be Happy With è la title track di un album del 2002, con chitarre a dir poco ruggenti (vietate le terze!) e un testo irriverente che ha come oggetto l’atto di scrittura dello stesso. La voce ripete frasi come “and when I have some words/this is the way I’ll sing” oppure “I’m gonna have to write a chorus” senza di fatto mai dare seguito a queste intenzioni. L’eccezione è il ritornello che riprende il titolo, sempre privo di senso ma cardine del pezzo. Analizzandolo ritmicamente emerge l’idea compositiva: la successione, che pare inutilmente complicata (due da 11/8, una da 12/8, tre da 11/8, una da 12/8, e l’ultima da 17/8), nasce dal tentativo di adattare la musica al testo e quindi si spiega a partire dalla sillabazione del titolo; nella testa di Fripp doveva avere quel tipo di accentazione e così la suddivisione è venuta di conseguenza. A un ascolto superficiale tutto ciò non sembra così ostico proprio perché l’orecchio si adatta istintivamente alla cadenza delle frasi, un testo modellato sulla musica avrebbe avuto effetto opposto. Sullo sfondo le due chitarre si rincorrono con ritmiche leggermente diverse in un gioco (perverso) di sfasamento e unisono.

Sulla partitura trovate tutto tranne, come sempre, la batteria.